In breve
La sentenza è il provvedimento che contiene la decisione dell’autorità giudiziaria (ovvero la magistratura), che si pronuncia in merito ad un caso che viene sottoposto al suo giudizio; esse hanno inoltre la caratteristica di essere definitive.
La sentenza è resa pubblica con la lettura in udienza e deve contenere dei requisiti fondamentali per essere valida: le generalità dell’imputato, l’imputazione con relativa indicazione delle norme violate, le conclusioni delle parti, la data, la sottoscrizione del giudice e la motivazione.
Vi sono diversi tipi di sentenze a seconda che il processo sia di tipo civile o penale:
– sentenze di proscioglimento, si distinguono ulteriormente in sentenze di non luogo a procedere e sentenze di assoluzione;
– sentenza dichiarativa che si limita ad accertare la realtà giuridica, infatti viene anche definita”di mero accertamento”;
– sentenza costitutiva che, oltre ad accertare la realtà giuridica, crea, modifica o estingue un atto giuridico;
– sentenze di condanna, contengono anche la determinazione della pena e l’eventuale domanda di risarcimento.
L’ordinanza è un provvedimento giurisdizionale, emanato da un giudice, un sindaco, un prefetto o un ministro, che regola lo svolgimento di un processo ed è lo strumento utilizzato dagli organi amministrativi dello stato e degli enti locali per obbligare altri organi o singoli cittadini a tenere o evitare certi comportamenti.
Le ordinanze non sono definitive, come le sentenze. Nell’ordinamento italiano esistono principalmente due tipologie di ordinanze:
– ordinanze amministrative, emanate da un organo della pubblica amministrazione, come il sindaco o il prefetto per imporre un determinato comportamento oppure un divieto;
– ordinanze del giudice, il quale può emanare il provvedimento giurisdizionale nell’ambito di un processo civile, penale, costituzionale o amministrativo; esse possono essere successivamente modificate o revocate dal giudice che le ha emanate.
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