In breve
L’oro bianco è un tipo particolare di lega, la cui composizione dona al metallo il tipico colore chiaro, simile all’argento.
L’oro bianco è composto da oro ( a 14 o 18 carati), nichel e palladio. Dopo il giallo, il bianco è il colore più comune per i gioielli in oreficeria e, soprattutto negli ultimi anni, sta riscuotendo sempre più il favore della clientela.
L ’oro bianco è particolarmente apprezzato tra i più giovani, in quanto appare più sobrio e meno impegnativo rispetto al tradizionale oro giallo.
Il fatto che l’oro bianco è composto da più metalli legati assieme, non lo rende un prodotto più economico rispetto alle altre categorie di oro (giallo, verde, rosso..) poiché il valore è determinato dalla quantità di oro puro presente nella lega.
L’oro bianco presenta una percentuale di oro puro al suo interno al 75% (18 carati), il restante 25%, come detto in precedenza, è invece composto da nichel e argento o palladio. Questa lega rende l’oro molto duro ed elimina il colore giallo, che nell’immaginario collettivo è più facilmente associato con l’oro e la sua preziosità.
L’oro bianco a 14 carati è utilizzato meno frequentemente rispetto all’oro giallo a 14 carati ed è utilizzato per i gioielli che richiedono una lavorazione particolare, magari con gemme ben fissate ad un fermaglio. Nel caso di oro bianco a 14 carati il colore può tendere leggermente al giallo e per questo viene placcato con il rodio, in modo da restituirgli quell’aspetto bianco così apprezzato dai clienti.
Il nome platino deriva dallo spagnolo “platina”, che significa “piccolo argento”. Il nome platino fu assegnato a questo metallo dagli spagnoli quando lo trovarono per la prima volta in Colombia a metà del ‘500.
A quel tempo il platino veniva considerato una forma impura dell’argento e spesso veniva gettato via. Successivamente, con lo sviluppo di nuove tecnologie per la fusione del platino è stato rivalutato, sino ad ottenere la fama di uno dei metalli più pregiato al mondo. Il platino è un metallo di colore bianco- grigio, particolarmente malleabile e duttile (è il metallo più duttile dopo oro e argento), resistente alla corrosione e all’ossidazione.
Come l’oro, anche il platino può essere sciolto in una soluzione a base di acido cloridrico e acido citrico (acqua regia), che permette di separare il platino da altri minerali cui è legato.
Proprio per le sue innumerevoli qualità, il platino è utilizzato in ambiti diversi e per produrre oggetti totalmente differenti tra loro: gioielli, attrezzi da laboratorio, attrezzi chirurgici, cavi elettrici, dispositivi anti-inquinamento delle automobili e catalizzatori.
L’industria del vetro usa il platino per le fibre ottiche ed il vetro degli schermi a cristalli liquidi, in particolare per i computer portatili.
Inoltre, alcuni composti del platino, ad es. il cisplatino, sono ampiamente utilizzati come farmaci anti-tumorali. Gli effetti negativi del platino sulla salute dipendono in larga parte dalle sostanze cui è legato, e dal livello di esposizione cui sono sottoposte le persone.
In particolare il platino sotto forma di metallo non è pericoloso, ma le sue emissioni nell’aria possono causare gravi danni alla salute.
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