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In breve

Elezioni e plebiscito sono due strumenti politici di espressione popolare. Le elezioni seguono regole ben precise per mettere in condizione gli elettori aventi diritto di esprimere in piena indipendenza una preferenza di candidato. Il plebiscito è ormai utilizzato più come termine per definire una vittoria di larga misura di uno schieramento o di un candidato sull’altro.
Elezioni - Differenza tra elezioni e plebiscito
Il 2016 è stato l’anno caratterizzato delle elezioni statunitensi che ha visto contrapporsi Donald Trump e Hillary Clinton.

Le elezioni sono un sistema di espressione o strumento politico definito da regole condivise dal gruppo di elettori. Il gruppo stesso di elettori deve essere anch’esso definito e regolato.

Le elezioni fanno parte della vita pubblica politica in quanto permettono agli elettori di esprimere la propria preferenza con un voto ufficialmente riconosciuto e garantito.

In molte società le elezioni sono alla base del sistema democratico, secondo regole e soluzioni diverse per paese e istituzioni, al fine di eleggere i rappresentanti territoriali, regionali o nazionali.

In Italia in particolare si riconoscono principalmente tre tipi di elezioni: le elezioni primarie, le elezioni politiche e le elezioni amministrative.

Le elezioni primarie servono ad eleggere un candidato all’interno di uno stesso gruppo politico da presentare a delle elezioni ufficiali; le elezioni politiche e quelle amministrative hanno la funzione di eleggere rispettivamente i rappresentanti nazionali (Camera e Senato) e i rappresentanti territoriali (amministratori locali come sindaco, consigliere comunale, presidente e consigliere regionale).

Plebiscito - Differenza tra elezioni e plebiscito
Propaganda fascista in occasione del plebiscito del 25 marzo 1934.

Il plebiscito (dal latino plebis scitum) è un istituto di origine romana attraverso il quale la plebe veniva chiamata ad esprimersi su un tema: col tempo le deliberazioni così assunte non furono vincolanti solo più per la plebe, ma per tutti i cittadini facendo venire meno il significato iniziale del plebiscito.

In epoca moderna e contemporanea il plebiscito è stato utilizzato come strumento di consultazione estemporaneo in relazione alla scelta della forma di stato o per annessioni territoriali (si pensi ad esempio ai plebisciti indetti per l’adesione dei territori della penisola italiana al nascente Regno d’Italia durante il Risorgimento).

Oggi nel parlare comune il termine plebiscito ha mantenuto un significato di scelta sostenuta da una larghissima maggioranza e che conferisce una grande forza alla fazione o alla posizione eletta.

Ad esempio: “La sua vittoria alle elezioni è stata un plebiscito“.

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